Ricordando “Il Ciclòn dal Disanouf” – 30 agosto 2019, ore 18.00 a San Giorgio

Cento anni fa, il 30 agosto 1919, alle 19.20, si scatenava sul territorio di San Giorgio un violentissimo “turbine atmosferico”.

“Jôt, jôt … se gran scjap di ussèi ca ven su da Domanins !!!” Ma non era uno stormo di uccelli, bensì tavole, tegole e oggetti vari trasportati dal turbine che stava per schiantarsi su San Giorgio. Così raccontava la nonna di un nostro compaesano.

A testimonianza del drammatico evento, oltre a pochi altri frammenti di memoria orale, restano il resoconto del segretario comunale Giovanni Brovedani, una dettagliata relazione tecnica di Ardito Desio, gli articoli apparsi su La Patria del Friuli e Il Giornale del Friuli e una ricca documentazione fotografica raccolta da Rino Secco.

La forma della tromba d’aria, schizzo di un testimone
Il percorso del ciclone rilevato da Ardito Desio
Piazza di San Giorgio
Piazza di Domanins

Fino agli anni 70 rimanevano inoltre, sui muri di molte case, i segni bianchi che dichiaravano, con una certa fierezza, dove il muro era crollato e poi ricostruito. Resta ancora visibile solo il segno sulla casa “di Aniceto”, in via Luchini 29 a San Giorgio. Anche la messa votiva “pal ciclon”, celebrata fino agli anni 80, ogni 30 agosto, è ormai dimenticata.

Il segno bianco sulla “casa di Aniceto”

Esattamente cento anni dopo, il 30 agosto 2019 alle 18.00, nella piazza di fronte alla chiesa di San Giorgio, verrà ricordato un momento estremamente difficile per i nostri paesi, colpiti duramente da questa calamità proprio quando essi cominciavano a riprendersi dalle ferite della prima guerra mondiale.

Ma già un anno dopo, “grazie alla solidarietà manifestata ad ogni livello e tutti gli interventi messi in atto per lenire i gravi danni materiali e la miseria dei popolani colpiti dal disastro, le operazioni di sgombero e le successive opere di riatto“, il segretario comunale Giovanni Brovedani potrà affermare:

“In pochi mesi di alacre lavoro diretto con intelligenza e amore, i paesi, così duramente provati, risorsero dalle rovine più belli, più lindi riprendendo un aspetto lieto e ridente, mentre la campagna intorno, con sapienti ed attive cure sistemata, ha ripreso il suo pieno rigoglio”.

Per approfondimenti:

Relazione tecnica di Ardito Desio

Resoconto del segretario comunale Giovanni Brovedani

Articolo de La Patria del Friuli del 31 agosto 1019

Foto d’Archivio di Rino Secco (foto del ciclone da 832 a 856)